Posterità, Notorietà ed attualità di Gioacchino da Fiore in Italia e all’Estero
II pensiero di Gioacchino non è rimasto chiuso nel Medio Evo ma si è proiettato nei secoli futuri penetrando nel cuore stesso dei processi formativi della civiltà europea. Esso è stato così variamente ripreso, assimilato e metabolizzato da divenire uno dei più frequentati crocevia della tradizione culturale e spirituale dell’Occidente. Gioacchino da Fiore va pertanto conosciuto, studiato e divulgato come uno dei grandi maestri della civiltà europea. Già subito dopo la sua morte, il suo messaggio si proiettò sulla inquieta vicenda del francescanesimo spirituale e giunse per questa via a Dante Alighieri. La Divina Commedia è ispirata ed animata dalla tensione innovatrice e profetica dell’Abate di Fiore, di cui Dante riprende e rilancia figure e simboli, connessi con le istanze di rinnovamento morale e spirituale della cristianità.
Cristoforo Colombo si appellò più volte, nei suoi scritti, all’autorità profetica dell’Abate calabrese, collegando la sua missione esplorativa all’evangelizzazione delle ultime genti della terra che, insieme con la definitiva riconquista di Gerusalemme, avrebbe dovuto segnare l’inizio della terza ed ultima età del mondo, l’età dello Spirito Santo. Anche i primi missionari francescani spagnoli dell’Osservanza partirono spinti dalla speranza gioachimita di poter creare nel nuovo mondo quella Ecclesia Spiritualis propria dell’ ultimo tempo della storia della Salvezza, ponendo le basi di una tradizione culturale e spirituale gioachimita il cui filo rosso non si è mai spezzato nelle terre dell’ America Latina.
Recentemente la disposizione iconografica degli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina è stata inequivocabilmente ricondotta alle geometrie concordistiche dell’esegesi biblica e alle figurazioni simboliche trinitarie di Gioacchino da Fiore. Michelangelo ebbe infatti, come consulenti teologici, due illustri gioachimiti del suo tempo, il Cardinale agostiniano Egidio da Viterbo e il teologo francescano Pietro Galatino.
Per la ricognizione esatta e completa del Gioachimismo nella cultura e nella letteratura europea si vedano gli atti dei nove Congressi internazionali celebrati dal C.I.S.G., ed anche la fondamentale opera di Henri De Lubac “La postérité spirituelle de Joachim de Fiore“, tradotto e pubblicato in Italia dall’editore Jaka Book nell’anno 1984, nonché il documentato lavoro pubblicato nel 1987 da M. Reeves e W. Gould sull’influsso del pensiero di Gioacchino da Fiore nella letteratura europea dell’Ottocento, e tradotto dal Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. Gli studi e la bibliografia gioachimita del Novecento risultano molto ricchi ed innovativi, ed hanno avuto una forte ripresa soprattutto nella seconda metà del secolo.
I centri di attività più fecondi sono stati e continuano ad essere l’Università di Oxford e di Londra in Inghilterra (dove ha operato la studiosa M. Reeves), le Università di Berlino, di Costanza e i Monumenta Germaniae Historica (in cui operano i discepoli e prosecutori delle ricerche di Herbert Grundmann) e gli Stati Uniti in cui opera un folto gruppo di studiosi e accademici dediti agli studi su Gioacchino da Fiore, sul profetismo e sull’apocalittica: Robert E. Lerner, nella Northwestern University, Bernard McGinn alla Divinity School dell’ Università di Chicago, Stephen Wessley nel York College della Pensilvania, Sandra Zimdars-Swarts nell’ Università del Kansas, Delno West nell’ Università dell’Arizona, Randolph Daniel nella Università del Kentuchy, autore di una utilissima edizione critica del “Liber Concordie Novi ac Veteris Testamenti “.
All’Università di Harvard ha a lungo insegnato Morton Bloomfield, studioso di Gioacchino e del Gioachimismo, che, con la Reeves, costituisce la sorgente del ricco filone di studi gioachimiti dell’ area anglosassone. Come si evince dalla bibliografia del Novecento, anche in Italia, in Francia, in Spagna, in Portogallo ed in America Latina, soprattutto nel Messico, è stata registrata una notevole fioritura di studi e di pubblicazioni.
L’evento nuovo di quest’ultimo ventennio è la notevole presenza di temi gioachimiti non solo nelle riviste specializzate, ma anche nella stampa periodica e quotidiana di grande diffusione, nonché su quella locale. Articoli, spunti, riferimenti e citazioni, dibattiti e riflessioni di terza pagina, recensioni e proposte di letture, raccolti e registrati dal C.I.S.G., attraverso l’eco della stampa, dimostrano la crescente e comprensibile attrazione che, nel III millennio, la figura di Gioacchino esercita sul mondo contemporaneo.